
Alfredo Castelli è la persona che devo ringraziare (mai abbastanza) per avermi preso per un orecchio e portato alla Bonelli per Martin Mystère.
Ma Alfredo Castelli è anche la persona che IN ASSOLUTO ritarda più di tutte le altre nel consegnare i lavori; nella fattispecie le sue sceneggiature.
Per mesi ho studiato su antichi testi le peggiori maledizioni assire da inviargli affinché mi mandasse dieci misere paginette, dato che le precedenti risalivano a due-tre mesi prima, e le sue giustificazioni hanno sempre spaziato fra la malattia sconosciuta e il crollo del tetto di casa, dal terremoto incredibilmente circoscritto all'isolato in cui abita lui, alla rottura delle fognature, all'invasione di Testimoni di Geova. In generale eventi molto tragici, comunque.
A parte tutto, io so che la causa principale, oltre ad una comprensible stanchezza dovuta a più di quarant'anni di lavoro, è la costante tendenza a mettere troppa carne al fuoco.
Bene. Ora lo capisco meglio. Senza fare il piccolo fiammiferaio, né l'elenco delle cose che mi imprigionano in casa praticamente da febbraio scorso, il regime di arresti domiciliari me lo dovrò puppare fino a fine anno, quando avrò finalmente consegnato l'ultima tavola di Michel Strogoff.
Mi scuso quindi con tutti gli amici per essere un po' sparito dalla circolazione, con Recagno e la Bonelli per essere in un ritardo abbastanza spaventoso con il Gigante, con quelli che mi hanno chiesto una collaborazione e non ho potuto dargliela, con i lettori del Vernacoliere per gli episodi di Don Zauker e Luana che ho saltato nei mesi scorsi, fra moccoli e proteste.
E con Tittera, che mi fa da assistente di sostegno, e senza di cui vivrei in un letamaio.