27 aprile 2007























I gatti per me sono fantastici.
Mi piacciono e mi sono sempre piaciuti per tutto ciò che è stato detto di loro, compresi i luoghi comuni. Trovo incredibile la varietà di sensazioni che riescono a dare: un unico essere che sa essere elegantissimo, sinuoso, agile, misterioso e affascinante, e allo stesso tempo buffo e simpatico.























La mia gattina ha due occhioni meravigliosi, una pelliccia morbidissima e, nonostante la sua natura felina, mi cerca. E - si badi bene - non tanto per una volgare razione di cibo o per la pulizia della lettiera. No, no. Ella mi cerca per compagnia, per essere ricoperta di coccole, mi fa le fusa e gli zuccottini sul naso, e io mi sciolgo nella tenerezza. Se la chiamo lei mi risponde con un verso dolcissimo e sommesso, anche sette, otto, quindici volte di seguito, e spesso mi ritrovo a sorridere mentre la osservo che dorme dentro la cesta, che zompetta qua e là, che scodinzola verso un punto indefinito.
Frida (questo è il suo nome) mi ama alla follia, e io ovviamente - da romanticone quale sono - ricambio.
Tant'è che è l'unico essere vivente a cui è permesso sostare sul mio tavolo, anche mentre disegno. Come si può negare questo piccolo privilegio ad una creatura che dà così tanto?



















Oggi Frida, nel pieno del suo privilegio, dopo essersi sincerata che fossi ancora suo segnandomi gli zigomi con i suoi, e dopo una buona mezz'ora di fusa, è saltata in pieno piattino della china, mentre stavo inchiostrando pagina 149.
Il mio amorino, notato il fine cesello di tratteggi che stavo distribuendo sulla carta per rendere un effetto notturno, ha voluto contribuire al lavoro con la sua zampina.
Sicuramente lo ha fatto per aiutarmi, dopo avermi visto così impegnato e sotto scadenza, perché la mia gattina capisce.

Chissà se è anche buona.

Qualcuno di voi mi sa dire se il gatto è meglio al ginseng o coll'ulive?
Fritto ho paura mi rimanga indigesto.

15 aprile 2007























I punti del PIANO stanno dando i suoi frutti.
Certo, ne risentono un pochino l'uso del tempo libero, le altre collaborazioni e - non ultima - l'igiene personale, ma si comincia a intravedere la luce in fondo al tunnel, e questo è bene.
Mancano ormai una manciata di pagine (la sceneggiatura di 4 delle quali mi deve ancora arrivare) e il mio secondo Martin Mystère sarà finito. Non ho nemmeno la possibilità di una proroghina salva-emergenze, visto che l'albo è già pubblicizzato per l'uscita del 13 giugno prossimo.
Coincidenza, anche in questa storia ci sarà una sequenza sotterranea sul finale, quasi un viaggio ctònio (aaaaaah, che goduria usare questi termini, godo come un babbuino. Era dal 1990 che non usavo il termine ctònio. Senti che bellezza: ctònio, come rimbalza bene e mette sensibilmente a repentaglio l'incolumità degl'incisivi. Vi sfido a pronunciarlo senza far fare il bagno di scaracchi a chi vi sta di fronte) verso la soluzione nel finale.
Per ora succede in una media del 100% di storie a me affidate. La prossima mi piacerebbe per aria, sulle montagne dell'Himalaya (o anche Cascine di Buti, va bene lo stesso).
Purtroppo, il PIANO esige il suo tributo di sangue, e anche questo mese la produzione vernacolare sarà, ahimè, dimezzata. Non vi dico quale serie salterà nel numero di maggio, ma solo che Marco Ferri non sarà contento.
Ma si sa, DE SCIO' MAST GO ON, come dicono in Ungheria.