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Da anni il Regno Unito fa scuola sfornando i fumetti più all'avaguardia in Occidente, innovativi per un sacco di ragioni opinabili, certo, ma nemmeno più di tanto. A partire dal genio assoluto di Alan Moore, Re Mida del fumetto, per proseguire con Neil Gaiman, Garth Ennis e tutta una nuova generazione di autori che hanno contribuito a sdoganare la nona arte dal ruolo di lettura per l'infanzia, i fumetti più originali, dirompenti, coraggiosi, nel Vecchio Continente vengono prodotti - purtroppo - soprattutto in Gran Bretagna.
Tra questi autori ce n'è uno di cui si parla un po' meno degli altri, ma che secondo me, nelle sue allucinazioni psichedeliche, sfiora vette di genio.
Grant Morrison.
Uno sceneggiatore per lavorare col quale darei uno stinco (di maiale).
Voglio dire, fra fumettisti o appassionati in genere si parla spessissimo - e a ragione - di capisaldi del calibro di Watchmen, V for Vendetta, Sandman, Preacher e via dicendo. Ma mai che senta parlare di una miniserie come Invisibles "...Una miscellanea di politica, sub culture, lisergia, fantascienza, fisica quantistica, gnosticismo, anarchismo, situazionismo, complotti governativi e magia. Morrison narra le avventure di un gruppo di anarchici situazionisti che lottano segretamente contro gli Arconti, un gruppo di alieni che da anni manipolano la realtà grazie all'aiuto dei governi di tutto il mondo" (da Wikipedia)
Qualcuno ha letto Invisibles? Conosco un paio di persone, ma non penso che la Magic abbia stampato una serie per tre lettori!
Comunque, l'ultimo fumetto di Morrison pubblicato in Italia è We3, che ho letto da pochi giorni.
Che bellezza.
Una storia semplicissima, se vogliamo anche banale nel soggetto, ma scritta da paura. Tre animali, un cane, un gatto, un coniglio, trasformati in laboratorio e potenziati per fare di loro altrettanti soldati ipertecnologici. Al momento di doverli eliminare, le cose si complicano.
Dialoghi rarefatti, spesso assenti del tutto; scansione grafica e impaginazione delle vignette da urlo, con soluzioni impensabili; giochi paralleli di sguardi; azione e riflessione.
E poi la trovata dei dialoghi fra i tre animali, assolutamente geniale per come è stata pensata e per come riesce a differenziare perfino la psicologia degli improbabili personaggi.
Un piccolo capolavoro.