14 settembre 2006

Questa poi...

Nelle aule dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, che ho frequentato dal '92 al '96, parlare di fumetto era come dare dello sporco negro ad Evander Holyfield. L'argomento era bandito e marchiava gli appassionati come rincoglioniti da una sottocultura di serie B. Io, giusto per adeguarmi, finii il mio corso di studi con una tesi su Andrea Pazienza, Lorenzo Mattotti, Bill Sienkiewicz e Dave McKean.
Negli anni, poi, grazie a preziose iniziative come quella di Repubblica, il fumetto ha assunto una dignità sempre maggiore, perfino negli stessi ambienti accademici. C'è voluto più di un secolo ma, come si suol dire, meglio tardi che mai.
Un paio di giorni fa un'email dell'amico Gianluca Caputo mi mette a conoscenza che sono su Wikipedia.
IO?! Questa è bella. Non so chi abbia avuto l'iniziativa, ma colgo l'occasione per ringraziare l'ignoto biografo per avermi inserito nella più grande enciclopedia virtuale esistente. Certo, non sarà la Treccani, ma mi ha fatto comunque piacere.
Tuttavia di fumettisti ne mancano ancora tanti altri, quindi... DATECI DENTRO!

3 commenti:

Amo le Danesi ha detto...

cliccate qui per vedere la pagina di wikipedia
Via ho messo anche il linkino e complimenti signor caluri!

Pierluigi ha detto...

Io so chi è stato. Un mio amico dopo che a Berlino gli ho fatto leggere una copia del Vernacoliere ed è rimasto folgorato (dal frigo dell'ostello).

Ciao,
Pierluigi

Annotatore marginale ha detto...

Sai l'invidia del Pagani? Adesso ci pensano i Budiuli a creare la sua paginetta su Wikipedia!